Acustica Consulting
  • Home
  • Services
  • Case Study
  • Team
  • Contact
  • Blog

La parabola della figura del tecnico acustico negli ultimi anni. Di Fabrizio Arch. Boscolo

17/12/2014

1 Commento

 
Quando fu istituita con DPCM-31/3/98 "Atto di indirizzo e coordinamento recante criteri generali per l'esercizio dell'attività del tecnico competente in acustica", la neonata figura del Tecnico Competente in Acustica è stata una delle più potenti innovazioni nel settore dell’edilizia in generale e della salvaguardia ambientale e antropica.
Inutile dire che, anche dal punto di vista professionale, questa figura ha riscosso da subito una rilevante “rispettabilità” e influenza nel processo progettuale, al pari con la figura del Tecnico Energetico e, successivamente, del Certificatore Energetico; tale “rispettabilità” e considerazione era rafforzata anche dal fatto che la disponibilità di Tecnici acustici era ancora limitatissima (stiamo parlando degli ultimi anni ’90, primi anni 2000) per cui si trattava di una vera e propria nuova professione che andava progressivamente assorbendo ingegneri, architetti, periti, geometri ecc… che intraprendevano questa strada anche allietati dalla consistente remunerazione oltrechè dalla larghissima disponibilità di lavoro.

Ma come spesso succede specialmente nel nostro Paese, alle buone intenzioni non segue quasi mai una seria organizzazione, una visione a lungo termine che consenta, metaforicamente parlando, di coltivare la pianta dopo averla seminata e averla fatta germogliare…..

Fu così che il “liberismo” professionale, che per carità, è totalmente legittimo, ma unito in questo caso alla totale apatia e miopia degli ordini professionali e del legislatore, ha provocato il dilagare incontrollato di questa nuova figura professionale presa letteralmente d’assalto da professionisti molto spesso più attratti dai facili guadagni che non dalla passione per la materia e dall’effettivo bagaglio di preparazione tecnica pregressa.

A favorire questo meccanismo perverso ci si sono messi anche gli Enti preposti alla valutazione dei requisiti e al rilascio dei titoli abilitativi all’esercizio della professione di Tecnico acustico, in questo caso stiamo parlando delle Regioni: dimostrare di aver effettuato un praticantato di due anni (cinque per i non laureati) con un Tecnico Acustico già riconosciuto e dimostrare di aver partecipato alla stesura di qualche Valutazione Previsionale di Impatto Acustico o dei Requisiti Passivi in qualità di correlatore, è una prassi assolutamente non bastevole oltrechè non certificabile e riscontrabile con sicurezza, a scongiurare che anche un “apprendista stregone” possa fregiarsi della qualifica di Tecnico Competente in Acustica.

Sicuramente, abilitare il futuro Tecnico Acustico facendo seguire ai due anni di tirocinio anche un corso di formazione da concludersi con un esame selettivo, sarebbe stato sicura garanzia di avere una generazione di seri e preparati Professionisti in acustica, magari pochi numericamente, ma competenti.

Invece la realtà ci presenta, allo stato attuale, un proliferare di Tecnici acustici, onestamente, me lo si lasci dire, non tutti dotati di una seria preparazione e sufficienti competenze, pronti a “svendere” gli incarichi per un tozzo di pane pur di accapparrarseli.

E’ la legge della libera concorrenza mi si dirà, ma questa legge perversa fa si che, stante anche la condizione di crisi economica generalizzata, si assistita non solo ad un tracollo delle parcelle sui relativi incarichi ma anche e soprattutto ad un tracollo della qualità degli elaborati e dei lavori, troppo spesso sottopagati e pertanto svolti in maniera sbrigativa non solo dagli “apprendisti stregoni” di cui sopra, ma anche da quei professionisti seri e preparati che molto più potrebbero dal punto di vista professionale ma che forzosamente si trovano costretti a livellare il loro impegno all’esiguità delle parcelle che ricevono.

E come sempre, chi ne fa le spese è la qualità: così come hanno suscitato scalpore i “professionisti” che offrivano le gli Attestati di Certificazione Energetica su Groupon a 30/40 euro, mi aspetto prima o poi (se non è già successo!) di vedere qualcuno che offre, sempre su Groupon, una Valutazione Previsionale di Impatto Acustico a 80 euro….

F. Boscolo
1 Commento
Matteo
14/5/2020 14:44:28

La professione di tecnico acustico risulta inoltre molto onerosa. Per lavorare sono richiesti fonometro di classe 1, con prezzi che partono dai 6/7 mila euro in su, programmi di analisi (soundplan costa circa 10.000 euro), oltre alla documentazione necessaria a svolgere la verifica dei requisiti acustici degli edifici (macchina calpestio, dodecaedro ecc.). Insomma un investimento di oltre 15/20 mila euro iniziale.

Risposta



Lascia una risposta.

    Achivio

    Aprile 2020
    Novembre 2019
    Aprile 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Ottobre 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Agosto 2015
    Luglio 2015
    Maggio 2015
    Marzo 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Settembre 2014


    Feed RSS


SERVICES

  • Relazione tecniche
  • Progettazione acustiche
  • Consulenza acustica

TEAM

  • Marco Parisi
  • Mariella Vollono
  • Fabrizio Boscolo
  • Paola Milani
  • ​Denise Barberoux
  • Ettore Ninni

+++

  • Home
  • Case study
  • Contact
  • Blog

Acustica Consulting

Corso Stati Uniti n.35
10129 - Torino
ITALIA


Via Vittorio Veneto n. 91\C
20091 Bresso
​ITALIA

Contattaci

Telefono : 393-7534772
Emails :
  • info@acusticaconsulting.com
  • ​ufficio.tecnico@acusticaconsulting.com
  • ​amministrazione@acusticaconsulting.com
Foto

© Copyright 2020. Acustica Consulting. Tutti i diritti riservati.

Website by entreprendre21