In questa breve disgressione non è intenzione ripercorrere i fondamenti normativi, pratici e realizzativi delle Relazioni di impatto acustico generali, più correttamente definite Valutazioni preliminari di impatto acustico: su questo argomento generale si è scritto, commentato ed interpretato già moltissimo in svariate sedi.
Ogni relazione acustica di questo tipo va calata sulla specifica casistica di indagine per cui il panorama delle tipologie di stesura di questi elaborati tecnici è amplissimo, comunque sempre nelle more di quanto prescritto dai vari strumenti normativi di settore ed in particolare (mi riferisco al caso piemontese) all’esaustivissima Deliberazione della Giunta Regionale n. 9-11616 del 02/02/2004, “Legge regionale 25 ottobre 2000, n. 52 - art. 3, c. 3, lettera c). Criteri per la redazione della documentazione di impatto acustico” ed in particolare all’articolo 4.
In questo articolo voglio riassumere alcuni punti salienti di una particolare casistica di Valutazione previsionale di impatto: quella che riguarda le piccole, medie e grandi strutture di vendita ed i centri commerciali classici. Sono questi i due settori (la progettazione di strutture commerciali e l’acustica applicata) che hanno caratterizzato la quasi totalità della mia attività professionale.
Com’è noto, le strutture commerciali vanno tutte sottoposte a Valutazione Previsionale di Impatto Acustico ai sensi dell’art. 8 della L. 447/95 “Legge quadro sull'inquinamento acustico”.
Nella quasi totalità dei tecnici (pubblici o privati) in cui mi sono imbattuto è convinzione radicata che il motivo principale per cui le strutture commerciali siano oggetto di Valutazione di Impatto acustico riguarda la considerevole presenza di impianti tecnici, in particolare per il trattamento aria, presenti in questi edifici,
generalmente sulla copertura o nei retro-edificio. Indubbiamente questi impianti non sono immuni dal costituire fonte di disturbo,
puntuale o lineare, ma è anche vero che le apparecchiature più recenti hanno emissioni sonore relativamente basse: mi è capitato di recente di conversare tranquillamente con una persona (con tono di voce “civile”) stando praticamente su un tetto affianco a due poderosi impianti “roof-top” di trattamento aria per grande volumi commerciali.
Sfatato questo “mito”, chiariamo una volta per tutte che la quasi totalità del disturbo sonoro incrementale arrecato dalla presenza di una struttura commerciale è generato dalla movimentazione veicolare indotta dall’attività commerciale stessa, ovvero dai clienti che si muovono in auto. In misura minore incide anche la
movimentazione dei mezzi pesanti per i rifornimenti, operazioni queste che di solito avvengono in orari ben determinati.
La movimentazione veicolare indotta da una attività commerciale genera un campo acustico che ha una caratteristica peculiare rispetto alle altre sorgenti: è una sorgente mobile e diffusa a raggiera attorno all’attività commerciale stessa: se è possibile infatti determinare con chiarezza inequivocabile il punto-sorgente quando si parla di impianti di trattamento aria, radiodiffusione, aree scarico merci, ecc... quando si parla movimentazione veicolare indotta il punto-sorgente diventa di fatto “liquido”, diffuso sul territorio.
Come si valuta l’impatto acustico in questo caso? Occorre prima di tutto stabilire le dinamiche della movimentazione veicolare attorno ad una attività commerciale: numero di veicoli potenziali, orari di maggior afflusso, radiali di movimentazione e ripartizione dei veicoli all’interno di queste radiali, ecc.....
E’ d’obbligo riferirsi a normative di settore specifiche, in questo caso alle normative sul commercio: la risposta ai punti sopracitati ci viene data, nel caso piemontese, dalla D.C.R. 191-43016 del 20/11/2012 (ogni regione ha comunque i suoi metodi di calcolo).
Questo strumento normativo ci permette di calcolare il numero di veicoli indotti da una determinata struttura di vendita in funzione della tipologia commerciale e della superficie di vendita, ci fornisce le indicazioni per determinare il bacino di gravitazione teorico potenziale di questa struttura e pertanto dedurre le principali radiali di afflusso dei veicoli, e soprattutto gli orari di maggior afflusso (generalmente il venerdì e sabato dalla 17 alle 19). Ci permette in pratica di stabilire le dinamiche della movimentazione veicolare dei clienti attorno ad un punto vendita: quanti sono, da dove arrivano, in che orari.
Ogni pratica commerciale di un certo livello deve essere corredata da una Valutazione di Impatto sulla Viabilità che dà risposta alle indicazioni fornite dalla D.C.R. 191-43016/2012: questa relazione diventerà anche il nostro punto di riferimento per la Valutazione Previsionale di Impatto Acustico.
Operativamente pertanto si procede in questa maniera: si parte come sempre da una sessione di rilevamento del campo acustico esistente eseguita in prossimità della viabilità e dei fabbricati commerciali (clima acustico attuale misurato sui flussi di viabilità attuali), che dovrebbe essere influenzato esclusivamente dal flusso autoveicolare ante-operam presente su di essa e, in misura minore, dal rumore di fondo generato dalla attività esercitate nell’intorno. Una successiva stima del flusso veicolare indotto dalla nuova attività, legato ad una stima delle emissioni acustiche degli stessi veicoli indotti e, in seguito, sommata ai livelli acustici rilevati ante operam sul campo, fornirà quelli che sono i livelli acustici dello “stato a progetto” ovvero il campo acustico che si prevede ad insediamento realizzato ed avviato (post-operam). Questo nuovo campo acustico “previsto” diventerà il nuovo riferimento per la stima dei livelli di immissione a carico dei recettori individuati.
Come detto in precedenza, la sorgente emittente in questo caso diventa la rete stradale stessa attorno all’insediamento commerciale, i suoi piazzali a parcheggio, le aree di scarico merci, ecc... il tutto complessificato dalla presenza di altri edifici circostanti, di altre sorgenti, schermi, superfici riflettenti...... ed è per questo che diventa fondamentale per il tecnico acustico che deve svolgere questa simulazione, potersi avvalere dei più moderni softwares di simulazione ambientale del campo acustico: quando si parla di acustica del territorio le variabili sono talmente numerose che solo i complessi algoritmi di calcolo dei softwares di simulazione acustica possono portare a dei risultati soddisfacenti.
In questo articolo voglio riassumere alcuni punti salienti di una particolare casistica di Valutazione previsionale di impatto: quella che riguarda le piccole, medie e grandi strutture di vendita ed i centri commerciali classici. Sono questi i due settori (la progettazione di strutture commerciali e l’acustica applicata) che hanno caratterizzato la quasi totalità della mia attività professionale.
Com’è noto, le strutture commerciali vanno tutte sottoposte a Valutazione Previsionale di Impatto Acustico ai sensi dell’art. 8 della L. 447/95 “Legge quadro sull'inquinamento acustico”.
Nella quasi totalità dei tecnici (pubblici o privati) in cui mi sono imbattuto è convinzione radicata che il motivo principale per cui le strutture commerciali siano oggetto di Valutazione di Impatto acustico riguarda la considerevole presenza di impianti tecnici, in particolare per il trattamento aria, presenti in questi edifici,
generalmente sulla copertura o nei retro-edificio. Indubbiamente questi impianti non sono immuni dal costituire fonte di disturbo,
puntuale o lineare, ma è anche vero che le apparecchiature più recenti hanno emissioni sonore relativamente basse: mi è capitato di recente di conversare tranquillamente con una persona (con tono di voce “civile”) stando praticamente su un tetto affianco a due poderosi impianti “roof-top” di trattamento aria per grande volumi commerciali.
Sfatato questo “mito”, chiariamo una volta per tutte che la quasi totalità del disturbo sonoro incrementale arrecato dalla presenza di una struttura commerciale è generato dalla movimentazione veicolare indotta dall’attività commerciale stessa, ovvero dai clienti che si muovono in auto. In misura minore incide anche la
movimentazione dei mezzi pesanti per i rifornimenti, operazioni queste che di solito avvengono in orari ben determinati.
La movimentazione veicolare indotta da una attività commerciale genera un campo acustico che ha una caratteristica peculiare rispetto alle altre sorgenti: è una sorgente mobile e diffusa a raggiera attorno all’attività commerciale stessa: se è possibile infatti determinare con chiarezza inequivocabile il punto-sorgente quando si parla di impianti di trattamento aria, radiodiffusione, aree scarico merci, ecc... quando si parla movimentazione veicolare indotta il punto-sorgente diventa di fatto “liquido”, diffuso sul territorio.
Come si valuta l’impatto acustico in questo caso? Occorre prima di tutto stabilire le dinamiche della movimentazione veicolare attorno ad una attività commerciale: numero di veicoli potenziali, orari di maggior afflusso, radiali di movimentazione e ripartizione dei veicoli all’interno di queste radiali, ecc.....
E’ d’obbligo riferirsi a normative di settore specifiche, in questo caso alle normative sul commercio: la risposta ai punti sopracitati ci viene data, nel caso piemontese, dalla D.C.R. 191-43016 del 20/11/2012 (ogni regione ha comunque i suoi metodi di calcolo).
Questo strumento normativo ci permette di calcolare il numero di veicoli indotti da una determinata struttura di vendita in funzione della tipologia commerciale e della superficie di vendita, ci fornisce le indicazioni per determinare il bacino di gravitazione teorico potenziale di questa struttura e pertanto dedurre le principali radiali di afflusso dei veicoli, e soprattutto gli orari di maggior afflusso (generalmente il venerdì e sabato dalla 17 alle 19). Ci permette in pratica di stabilire le dinamiche della movimentazione veicolare dei clienti attorno ad un punto vendita: quanti sono, da dove arrivano, in che orari.
Ogni pratica commerciale di un certo livello deve essere corredata da una Valutazione di Impatto sulla Viabilità che dà risposta alle indicazioni fornite dalla D.C.R. 191-43016/2012: questa relazione diventerà anche il nostro punto di riferimento per la Valutazione Previsionale di Impatto Acustico.
Operativamente pertanto si procede in questa maniera: si parte come sempre da una sessione di rilevamento del campo acustico esistente eseguita in prossimità della viabilità e dei fabbricati commerciali (clima acustico attuale misurato sui flussi di viabilità attuali), che dovrebbe essere influenzato esclusivamente dal flusso autoveicolare ante-operam presente su di essa e, in misura minore, dal rumore di fondo generato dalla attività esercitate nell’intorno. Una successiva stima del flusso veicolare indotto dalla nuova attività, legato ad una stima delle emissioni acustiche degli stessi veicoli indotti e, in seguito, sommata ai livelli acustici rilevati ante operam sul campo, fornirà quelli che sono i livelli acustici dello “stato a progetto” ovvero il campo acustico che si prevede ad insediamento realizzato ed avviato (post-operam). Questo nuovo campo acustico “previsto” diventerà il nuovo riferimento per la stima dei livelli di immissione a carico dei recettori individuati.
Come detto in precedenza, la sorgente emittente in questo caso diventa la rete stradale stessa attorno all’insediamento commerciale, i suoi piazzali a parcheggio, le aree di scarico merci, ecc... il tutto complessificato dalla presenza di altri edifici circostanti, di altre sorgenti, schermi, superfici riflettenti...... ed è per questo che diventa fondamentale per il tecnico acustico che deve svolgere questa simulazione, potersi avvalere dei più moderni softwares di simulazione ambientale del campo acustico: quando si parla di acustica del territorio le variabili sono talmente numerose che solo i complessi algoritmi di calcolo dei softwares di simulazione acustica possono portare a dei risultati soddisfacenti.